domenica 20 aprile 2014

L'intelligence










“La guerra è il Tao dell’inganno”

“Non procurarsi informazioni sul nemico, e combattere per anni, per evitare di compensare agenti segreti abili è dunque un’azione che va contro il popolo, è indegna di un generale, di un retto consigliere del sovrano, di una persona che possa raggiungere la vittoria”. 
 “L’arte della guerra”
 Sun Tzu




Già nel VI secolo a.C. Sun Tzu nel suo celebre trattato “L’arte della guerra” scriveva: Conosci il nemico come conosci te stesso. Se farai così, anche in mezzo a cento battaglie, non ti troverai mai in pericolo”.
          Partendo da questa affermazione del generale Sun Tzu si può intuire come fin dai tempi più antichi la raccolta di informazioni su nemici militari, avversari politici o semplicemente sugli umori della popolazione, sia di fondamentale importanza per chi abbia ruoli di potere e di governo. Utilizzare quindi strutture adibite al controllo



 e alla raccolta di informazioni ai fini di preservare la sicurezza nazionale sembra una soluzione imprescindibile per ogni tipo di governo. Bisogna però porsi una domanda fondamentale per comprendere in che misura l’utilizzo di queste strutture possa essere giustificato da una Nazione: chi è il nemico? In un Paese come l’Italia, che non è interessato da alcuna  minaccia di tipo militare da Stati confinanti, gli elementi destabilizzanti della democrazia potrebbero essere altri: minacce terroristiche o pseudo tali provenienti dall’interno come già successo in passato (Brigate Rosse, NAR, Ordine Nuovo) che tenderebbero con le loro azioni a dare uno scossone alle istituzioni per arrivare alla destabilizzazione dello Stato;  oppure presenza di associazioni criminali organizzate (mafia, ‘ndrangheta, camorra) che si muovono in modo tale da creare uno Stato nello Stato, con strutture parallele ed equivalenti ma le cui forze sono indirizzate in senso opposto a quello democratico, letteralmente bypassando le strutture legali e democratiche, il tutto naturalmente per fame di potere e denaro ma causando in questo modo un danno alla comunità e all’equilibrio democratico. Si rende in tal modo evidente come la Nazione abbia bisogno di una organizzazione che si muova per prevedere (nel migliore dei casi) o per affrontare tempestivamente le minacce che possono concretizzarsi. E’ naturale che la sicurezza della Nazione, e di conseguenza dei suoi cittadini, debba essere basata su una analisi quanto più approfondita e quanto più precisa dei possibili rischi cui la Nazione stessa potrebbe essere esposta. E questa analisi è tanto più esatta quanti più punti di riferimento si possono avere. Tanto è vero che addirittura si è reso necessario, per una maggiore completezza e una migliore gestione ed interpretazione dei dati, creare dei veri e propri archivi in base alla natura delle informazioni raccolte.



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