domenica 8 marzo 2020

"La bestia di Brixton" di Gianni Mazza - Recensione

Secondo appuntamento con la rubrica dedicata alla letteratura "criminale". Oggi vi presento un thriller appassionante, scritto da Gianni Mazza, un giovane scrittore siciliano che ci spinge dentro una storia che tiene il lettore col fiato sospeso dalla prima all'ultima pagina, affrontando un tema molto interessante, quello del disturbo dissociativo dell'identità. 



SINOSSI:
Una bella casa, una donna che lo stima e lo ama, un lavoro che lo soddisfa, due genitori affettuosi. È il mondo in cui vive Mark, un giovane e promettente attore, un mondo in cui ha tutto ciò che un uomo può desiderare. Mark, però, non è un solo uomo. In lui coabitano Karl, Damian, Jo, Sam, Jimbo, e chissà quanti altri. Perché Mark soffre del disturbo dissociativo dell’identità, e in lui convivono, senza che lo stesso ne sia cosciente, più personalità, indipendenti tra di loro e a volte
contrastanti.
Durante il giorno c’è Mark, la sua carriera, la donna che ama, la notte è Karl, insieme a suo fratello Damian, a prendere possesso del corpo e ad andare alla ricerca delle donne per “dipingere” il suo quadro perfetto.
C’è tutto questo ne “La bestia di Brixton”, un romanzo che racconta un mondo sommerso all’interno della mente umana,
capace di coinvolgere, spaventare e, al tempo stesso, emozionare il lettore.

Questa è la mia
RECENSIONE:


Inizio la lettura de “La bestia di Brixton” con voracità e impazienza, intanto perché sono un appassionato del genere thriller che, se narra la storia di killer sociopatici, mi appassiona ancora di più, ma anche perché morivo dalla curiosità di leggere questa storia scritta da un giovane autore, mio corregionale. Sono rimasto attaccato alle pagine. Dovermi allontanare dalla lettura della storia della “Bestia” è stato sempre un sacrificio. Ho cominciato ad immedesimarmi in Mark quasi subito, ma ho capito che non era semplicemente in Mark che mi stavo immedesimando, ma in tutte le personalità che, pagina dopo pagina, venivano fuori. Mi stavo identificando in ognuna delle sfaccettature di carattere, vizi, pregi e difetti che venivano scoperte ogni qualvolta la personalità di Mark veniva messa da parte per diventare Karl o Jo o Damian o Jimbo….
Ma non è questo che siamo tutti in realtà? Ognuno di noi non è forse “Uno, nessuno e centomila”? Tanto per scomodare un altro, illustrissimo, siciliano?

Tutti gli aspetti caratteriali dei protagonisti, positivi e negativi secondo la concezione comune di male e bene, albergano in tutti noi. Chi di noi non ha avuto il pensiero, o non lo avrà, almeno una volta nella vita, di uccidere qualcuno? E perché limitarsi a un colpo di pistola? Non sarebbe forse più “artistico” andare oltre la banalità?
Le personalità che emergono dai “protagonisti” racchiudono aspetti e comportamenti che ognuno di noi tiene nascosti dentro di sé e, proprio per questo, è facile trovarsi coinvolti nelle loro vicende. 
La maggior parte di noi riesce a controllare gli istinti primordiali, quelli che, a causa o grazie alle convenzioni sociali e ai sensi di colpa (accidenti Gianni, mi fai pure scomodare Freud), albergano nell’intimo di ogni essere umano ma che, per colpa di qualche trauma infantile, possono essere motivo di comportamenti antisociali. L’impianto della narrazione è costruito in maniera solida, non ci sono sbavature a parte, forse, una scarsa caratterizzazione di Sarah, la fidanzata di Mark. L’ambiente cupo delle vie londinesi è reso in maniera ottima, con richiami ad ambientazioni gotiche di altri tempi che ricordano le atmosfere delle storie di Poe.
Se avete apprezzato Edward Norton in “Schegge di paura”, non potete assolutamente perdervi “La bestia di Brixton”!

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