domenica 22 marzo 2020

"Dieci brutali delitti" di Michelle Mc Namara - Recensione

Siamo arrivati al terzo appuntamento della rubrica dedicata alla letteratura "criminale" e il libro di questa settimana è uno di quelli che davvero lasciano il segno. questa non è una "semplice" inchiesta giornalistica ma, ed è questa la forza di questo libro, una vera e propria cronaca, narrata come un thriller, dei delitti di uno dei più feroci serial killer che gli USA hanno generato: il "Golden State Killer".

SINOSSI:
Per oltre dieci anni, un uomo ha compiuto più di cinquanta aggressioni nel nord della California. Successivamente, spostandosi verso sud, ha lasciato dietro di sé una scia di sangue: dieci omicidi brutali. Nessuno è riuscito a catturarlo, è scomparso nel nulla sottraendosi alle massicce operazioni di polizia in tutta la zona. Trent’anni dopo, Michelle McNamara, una giornalista, ha deciso di indagare per trovare lo psicopatico che lei stessa ha soprannominato il “Golden State Killer”, termine poi adottato anche dalle autorità. Questo libro, pubblicato dopo la sua morte, è una straordinaria testimonianza del lavoro che ha compiuto e offre una prospettiva lucidissima sull’America, attraverso il racconto di tutto l’orrore che una singola mente criminale è stata capace di generare. A emergere è anche il ritratto di una donna e della sua instancabile ricerca della verità. Salutato come un classico moderno del giornalismo d’inchiesta, ha contribuito alla realizzazione del sogno della sua autrice: smascherare il Golden State Killer. 

Questa è la mia
RECENSIONE:



Iniziando la lettura di “Dieci brutali delitti” pensavo di avere tra le mani un thriller, tutt’al più un poliziesco ma mai mi sarei aspettato di trovarmi di fronte a un’inchiesta giornalistica.
E che inchiesta!
È il resoconto, sviluppato dalla giornalista/blogger Michelle McNamara delle imprese criminali di uno stupratore seriale evolutosi in serial killer, noto all’inizio come "East Area Rapist" ma poi ribattezzato, proprio dall’autrice, in Golden State Killer, denominazione adottata anche dalle autorità.
Il Golden State Killer è stato il responsabile, tra il 1976 ed il 1986, di almeno centoventi rapine, cinquanta stupri e dodici omicidi in dieci diverse contee della California.
Avevo già letto di questo serial killer durante i miei studi universitari di criminologia, portato ad esempio come uno dei casi irrisolti più clamorosi, visto il numero di reati e, bisogna dirlo, dell’audacia del criminale capace di pianificare meticolosamente tutti i suoi agguati, spiando le abitazioni e le abitudini delle persone.
Michelle McNamara era una giornalista d’inchiesta, una di quelle che svolgeva il proprio lavoro non per gloria personale ma per sete di giustizia, creatrice del blog True Crime Diary, che invito tutti a visitare, dove l’autrice approfondisce moltissimi cold case della storia criminale statunitense ma che, soprattutto, è dedicato alla sua vera ossessione, il Golden State Killer appunto.
La giornalista ha raccolto migliaia di documenti scavando letteralmente negli archivi della polizia, ha sentito centinaia di testimonianze, ha intervistato prima e collaborato poi con i detective che, nel corso degli anni, hanno indagato su questo crudele criminale.
L’opera è stata pubblicata postuma (l’autrice è morta nel 2016) grazie alla dedizione e alla tenacia del marito che, insieme a due collaboratori di Michelle, ha organizzato la mole enorme di file raccolti in più di 7 anni di inchieste, realizzando così questo libro dove a parlare è proprio Michelle McNamara con le osservazioni, i commenti e le opinioni lasciati a margine della propria ricerca.
È un racconto che ci fa anche riflettere su quanto, in realtà, siamo soli, non conosciamo il nostro vicino fino a quando non succede qualcosa e su quanto tutto questo sia sbagliato.
Alla fine della lettura non posso non parlare di “romanzo”, è un’opera che va oltre la capacità di interessare ed avvincere.
È il racconto di una storia vera, di quella che è diventata una vera e propria ossessione, la descrizione di una caccia, la reale storia di un criminale capace di stuprare una donna davanti agli occhi del marito e, a volte, con i figli addormentati nella stanza accanto; un assassino che ha ucciso a sangue freddo dieci persone, un uomo con il volto nascosto dietro un passamontagna.
La narrazione è coinvolgente e avvincente, la prosa di McNamara esce letteralmente dalle pagine per sedersi accanto a te e guidarti attraverso le scatole di reperti sul caso, documenti, interrogatori, ore di registrazioni, descrivendoti le strade e gli edifici che sono stati teatro delle atrocità del killer. Ti fa conoscere le vittime, ti fa comprendere la paura e anche il trauma che hanno attraversato. Ti fa entrare nella mente dei poliziotti che hanno seguito il caso, nelle loro frustrazioni per non riuscire ad arrestare il responsabile.
È un racconto fatto di persone, la descrizione di un uomo che ha fatto tremare intere comunità, rubando il sonno a migliaia di persone nella paura di poter essere le prossime vittime.
Il 25 aprile 2018 Joseph James DeAngelo, 72enne ex agente di polizia e commesso in pensione viene arrestato fuori dalla sua abitazione di Citrus Heights, una città di novantamila abitanti nella contea di Sacramento (California). La polizia locale dichiarò di avere arrestato, dopo 40 anni, il Golden State Killer, il serial killer più famoso della California.
Purtroppo Michelle McNamara non ha potuto assistere all’arresto dell’assassino, essendo morta all’improvviso nel 2016. Ma la costanza nel tenere viva la memoria su questo criminale, la tenacia nel non smettere mai di cercare la verità è stata sicuramente determinante per la cattura del feroce assassino.
Questa storia è un esempio lampante di come l’investigazione giornalistica, pura e mirata alla ricerca della verità, affiancata a quella della polizia giudiziaria possa essere essenziale per far vincere la giustizia.


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